Tra i tanti miti della Calabria, spicca dalle profondità marine la leggenda della sirena Ligea.

Un mito, intriso di storia e archeologia, della Piana di Sant’Eufemia (Lamezia Terme).

Secondo la leggenda, Ligea era la più giovane fra le sue sorelle Partenope e Leucosia, che furono trasformate in sirene da Demetra madre di Persefone, e condannate alla solitudine; la loro colpa era di non aver salvato la compagna di giochi dal rapimento di Ade, dio degli inferi, che la trascinò nell’Averno, mentre stavano cogliendo fiori insieme.

Le tre capricciose creature, rifiutate dal mondo intero, trascorrevano il tempo a suonare e a cantare, inventando le più belle melodie e ammaliando i marinai che passavano da quelle parti, i quali spesso, per cercare di raggiungerle, naufragavano e annegavano, perdendo la vita a causa loro.

Ligea era chiamata la melodiosa, perché il suo canto era il più soave mai sentito sulla terra, e tutti coloro che avevano avuto modo di ascoltarla da lontano, marinai, pescatori e abitanti della costa, ne erano affascinati.

Si narra che Ligea, vedendo Partenope lanciarsi giù da una rupe e Leucosia scomparire nelle profondità del mare in cerca della morte, si tuffò a sua volta in una terribile tempesta marina, lasciandosi trasportare dalle onde, e il destino la portò alla deriva fino al Golfo di Sant’Eufemia.

Qui, trovata dai marinai sulla riva dell’Okinaros, l’attuale fiume Bagni, fu sepolta sulla piccola isola ghiaiosa, eletta come loro protettrice, e in suo onore fu eretto un monumento.

Fu grande da allora la venerazione per la sfortunata creatura marina. In quell’epoca remota, le sirene venivano rappresentate con corpo di uccello e testa di donna, oppure come fanciulla nella parte superiore e in quella inferiore come uccello.

Il suo mito, cantato da poeti, è senza dubbio legato all’esistenza dell’antica città di Terina, nella Piana calabrese di Sant’Eufemia, recentemente portata alla luce nella zona denominata Jardini di Renda, a sud di Caronte, poco distante, interrata dalle piene del Bagni, dopo la sua distruzione ad opera di Annibale. Tra i ritrovamenti dell’antica Terina, Ligea appare su diverse monete.

Nell’antichità, la sirena avrebbe rappresentato la personificazione stessa della città di Terina presso le rapide correnti dell’Ocinaro e secondo la leggenda, questo nume d’acqua dalla fronte cornuta, con le sue acque avrebbe bagnato il sepolcro, tergendo il busto dell’alata fanciulla marina.