Sabato 19 gennaio il primo dei dodici spettacoli proposti dal ricco e prestigioso cartellone messo a punto dal Centro Teatrale Meridionale

Una prestigiosa rassegna invernale, nell’ambito della XXVIII Stagione Teatrale della Locride 2018-2019, che da gennaio ad aprile, con ben dodici spettacoli, vedrà sul palcoscenico calabrese importanti compagnie e attori di rilievo nazionale e internazionale.

Ad aprire la rassegna invernale sabato 19 gennaio alle 21.00 presso il Teatro Gioiosa di Gioiosa Ionica sarà il grande Andrea Giordana, suo figlio Luchino e Galatea Ranzi con lo spettacolo “Le ultime lune”, una produzione del Centro Teatrale Meridionale, diretto da Domenico Pantano, per la regia di Daniele Salvo.

Il Teatro Gioiosa e il Teatro Città di Locri si preparano dunque a una stagione teatrale brillante e coinvolgente. Queste le date: sabato 19 gennaio, “Le ultime lune” di Furio Bordon, regia di Daniele Salvo, con Andrea Giordana, Galatea Ranzi, Luchino Giordana (produzione: Centro Teatrale Meridionale); sabato 2 febbraio, “La vita che ti diedi” di Luigi Pirandello, regia di Caterina Costantini, con Lorenza Guerrieri, Lucia Ricalzone, Maddalena Rizzi, Carlo Ettorre, Maria Cristina Gionta, Vita Rosati (produzione: Planet); sabato 9 febbraio, “Amici, amori, amanti. Ovvero la verità” di Florian Zeller, regia Enrico Maria Lamanna, con Pino Quartullo, Eva Grimaldi, Daniela Poggi e Attilio Fontana (produzione: Centro Teatrale Meridionale); sabato 16 febbraio, “La Malafesta”, di e con Dino Marino e Fabrizio Ferracane, regia Dino Marino (produzione: Sukakalla); sabato 23 febbraio, “Nati 80… amori e non” di Claudio Tortora, regia Antonello Ronga, con Renata Tafuri, Claudio Lardo, Cinzia Ugatti, Claudio Tortora (produzione: C.O.S.); sabato 2 marzo, “L’imbianchino” di Donald Churchill, regia Claudio Insegno, con Manuela Villa, Gianni Nazzaro, Nadia Rinaldi (produzione: Palcoscenico Italiano); domenica 10 marzo, “Tre cuori e una capanna in un’isola dei mari del nord” di Davide Corsoni, regia di Filippo D’Alessio, con Maddalena Rizzi, Andrea Murchio, Marco Prosperini, Alioscia Vaccaro (produzione: Seven Cults); sabato 16 marzo, “Prima di andar via”, di Filippo Gili, regia di Francesco Frangipane, con Giorgio Colangeli, Michela Martini, Barbara Ronchi, Aurora Peres, Vanessa Scalera, Filippo Gili (produzione: Argot); sabato 30 marzo, “Euforia” di e con Barbara Foria, Stefano Vigilante, Emanuela D’Angelo per la regia di Claudio Insegno (produzione: Viola); sabato 6 aprile, “Stavamo meglio quando stavamo peggio” di e con Stefano Masciarelli e Fabrizio Coniglio con le musiche dal vivo di Diego Trivillini (produzione: Tangram teatro Torino);  venerdì 12 aprile, “Lo strano paese dei campanelli”, di Mariella Guarnera, regia di Edoardo Guarnera, con Annalena Lombardi, Mariella Guarnera, Matteo Micheli, Edoardo Guarnera e più di 16 attori, cantanti, ballerini (produzione: Guarnera); sabato 27 aprile, “Figlie di Eva”, di Michela Andreozzi e Vincenzo Alfieri, regia di Massimiliano Vado, con Vittoria Belvedere, Maria Grazia Cuccinotta e Michela Andreozzi (produzione: Bis Tremila).

Il Centro Teatrale Meridionale diretto da Domenico Pantano si conferma pertanto una perla rara nell’ambito della produzione teatrale nazionale e una fucina culturale importante per l’intera regione.

Il primo spettacolo in programma, “Le ultime lune”, rappresenta il dramma generazionale per eccellenza: l’incomunicabilità tra giovani e anziani. Uno spettacolo pluripremiato, tradotto e allestito all’estero in più di venti lingue, l’ultimo spettacolo interpretato dall’indimenticabile Marcello Mastroianni.

Si tratta di una storia di ordinaria vecchiaia, con al centro un professore universitario in pensione che per non essere d’intralcio al figlio e alla sua famiglia decide di lasciare la casa del figlio e di ritirarsi in un ospizio, con tutto il corollario di emozioni, di ricordi e di rimpianti che ciò può comportare. Il padre assume una decisione dettata dall’orgoglio, dal desiderio di non essere di troppo in un appartamento diventato piccolo dopo la nascita della seconda nipote, ma è facile intuire che l’anziano avrebbe sperato in un consenso un po’ meno sollecito da parte del figlio riguardo questa sua decisione. Il protagonista, vedovo da molti anni, parla spesso con la moglie, morta giovane, e ricorda il tempo passato. Egli non ha più fiducia verso il prossimo e non ha il coraggio di parlare a nessuno delle proprie paure e dei propri pensieri. Non riesce a comunicare nemmeno con suo figlio, troppo distante da quelle problematiche e incapace di comprenderlo pienamente.

Nella nostra società la vecchiaia è un imprevisto. In questo mondo ormai senza regole, che ruota intorno all’autorappresentazione, alla celebrazione del sé, alla giovinezza, all’efficienza ad ogni costo, alla ricchezza, alla velocità, al qui ed ora, al tutto e subito, essere vecchi significa essere esclusi. Ma la vecchiaia al contrario è un privilegio, una pietra preziosa, è il momento della vita di un uomo in cui tutte le linee convergono verso un punto sospeso sul filo dell’orizzonte, la somma di tutti gli addendi, il termine di un progetto, l’inizio di un nuovo cammino.

Una commedia drammatica che mette in scena un’analisi profonda sulla terza età, un primo spettacolo imperdibile per quella che si annuncia come una rassegna invernale memorabile.