Fiorisce in primavera, e con il suo giallo allegro si diffonde velocemente per grandi distese. La Ginestra, pianta tipica della macchia mediterranea, è molto diffusa nella nostra regione, dove cresce spontaneamente anche in una specie autoctona designata dagli erboristi “varietà calabra”.

Ama il sole e ha bisogno di poco per nutrirsi, può crescere anche in terreni aridi e tra pendii scoscesi. Sembra delicata, ma i suoi steli sono molto robusti e contengono fibre resistenti che sono state utilizzate dai tempi più antichi come materiale per tessuti.

La raccolta si effettua d’estate, dopo la caduta dei fiori; i rami più lunghi e grossi vengono bolliti con l’aggiunta di cenere o soda caustica per ammorbidirli e poi lasciati nell’acqua per diversi giorni, per staccarne le fibre. Seguono le fasi della battitura, cardatura e filatura, secondo il consueto processo tessile.

La sua scoperta per l’impiego in tessuti e corde per la navigazione viene attribuita ai greci che colonizzarono la terra calabrese. La sua lavorazione è divenuta patrimonio del mondo contadino, combinandosi con un’altra tradizione tipica, la lavorazione al telaio, soprattutto nella zona del cosentino, tra Longobucco e San Giovanni in Fiore, ma anche nella Locride e nel versante montuoso di Catanzaro e Crotone.

Le piante della ginestra, attraverso la sapiente tessitura delle donne calabresi, divenivano tappeti, coperte, strofinacci, asciugamani, sacchi e indumenti. Era un tessuto povero, un po’ pungente, poteva rimanere del colore naturale o tinto di giallo con gli stessi fiori della ginestra.

Nel periodo dell’economia autarchica del ventennio questo settore ebbe grande impulso, tanto che si svilupparono alcune industrie in Calabria, scomparse dopo la guerra. Oggi, che è sempre più crescente l’interesse per le fibre naturali, anche l’Università della Calabria ha lanciato un progetto di ricerca per produrre materiale per il settore della moda sostenibile e di arredo per le scuole, in collaborazione con partner pubblici e aziende private calabresi.

Buona primavera 2021, con la eterna poesia della vita del Giacomo nazionale, perché “fiorire si può e si deve…”.